IL CAMPO DI CALCIO SARÀ REALIZZATO PRIMA DI QUANTO SI POSSA SUPPORRE
Filip Zoričić: Ci tengo molto a fornire le condizioni per lo sviluppo del club'”Istra 1961” ma in termini realistici e non a scapito della qualità della vita dei cittadini di Pola
Nei giorni scorsi si è nuovamente acceso il dibattito sulla realizzazione del campo di calcio per le necessità del club di calcio di serie A “Istra 1961” e in tal senso desidero chiarire alcuni fatti molto importanti che troppo spesso vengono interpretati arbitrariamente, ma anche dare la mia visione dell'intera situazione.
Desidero chiarire che la storia che sono contro il calcio e l'”Istria 1961” non regge assolutamente: mio figlio è nel Club da quasi dieci anni, il suo amore per il Club è smisurato e noi genitori attendiamo con ansia ogni suo successo e ogni successo del Club per cui gioca. Inoltre, in seguito alle elezioni dello scorso anno quando la Città doveva nominare un nuovo rappresentante nel Consiglio di amministrazione, si è deciso per il professor Ivan Žagar, ex capogruppo dei Demoni con più di 200 presenze come tifoso della propria squadra preferita. Il fatto che sia anche il mio migliore amico è irrilevante dal punto di vista professionale, anche se è molto importante per me personalmente.
In questi otto mesi non ho mai messo in dubbio se il club necessitasse di un campus, se dovessero rimanere gli spagnoli quali proprietari di maggioranza e se il Club dovesse svilupparsi ancor di più e ancor meglio grazie alla spinta giovanile. Dopotutto, quanto detto è stato confermato dai nostri continui incontri e comunicazioni.
Ciò che è importante e che molti semplicemente non capiscono, è il fatto che senza il consenso dello Stato non è possibile modificare il progetto concettuale dal permesso di ubicazione in vigore che è parte integrante del contratto di donazione con cui lo Stato ha donato l’anno scorso l’area di Campo Marzio alla Città di Pola e che prevede: due campi da calcio, una pista podistica e ricreativa, aree verdi per la corsa e il tempo libero, un bacino di ritenzione, percorsi sportivi, strade, parcheggi e altre strutture pubbliche! Il club ora, secondo quanto ci è stato comunicato, necessita di tre campi.
L'obiettivo è quindi sviluppare un progetto chiaro con un massimo di tre campi e varie strutture pubbliche per i cittadini di cui ho già parlato pubblicamente e creare così uno spazio adatto a tutti, sia al settore privato che nell’interesse pubblico. Se ciò è realizzabile dal punto di vista spaziale e se il ministero ci darà il nullaosta, allora saremo sulla buona strada.
Non dobbiamo inoltre dimenticare che per assegnare un terreno in concessione, con l’approvazione dello stato, è necessario indire un concorso pubblico.
Gli investitori spagnoli hanno spiegato chiaramente che all’entrata nel Club è stata promessa loro l’area di Campo Marzio. Facciamo presente che anche agli investitori precedenti è stata fatta la stessa promessa. È chiaro che la zona di Campo Marzio è molto ambita.
Si sta cercando di rappresentarmi come un nemico del calcio e del club “Istra 1961” quando in realtà è esattamente l’opposto. Come sono legato emotivamente al Club, allo stesso modo desidero essere un sindaco responsabile, onesto nei confronti della città e dei cittadini, come non credo sia stato finora. Non posso e non voglio offrire ciò che non è possibile, non voglio promettere mari e monti, voglio pensare innanzitutto all'interesse pubblico, non solo privato. Perché siamo realistici, l’”Istra 1961” è ancora un club privato, indipendentemente dalla piccola quota di proprietà della città e dalla quota molto ampia che il Club ha nel cuore dei polesani, sia delle generazioni attuali che di quelle passate.
È ovvio che desidero creare i presupposti per lo sviluppo dell'”Istra 1961”, ci tengo molto, ma in condizioni reali e possibili e non a scapito della qualità della vita dei cittadini di Pola.
La mia posizione, in veste di persona responsabile della città, è decidere esclusivamente sulla base del contratto e del permesso di ubicazione, senza gettare sabbia negli occhi. Voglio attenermi alla lettera alla legge, a spese del populismo a buon mercato, anche se mi è costato la mia attuale popolarità e gli attacchi dei media.
Quindi, non si tratta se l’”Istra” possa ottenere in Campo Marzio il campus, ma in quale modo ciò sia realizzabile. È necessario chiarire che si tratta del contratto di donazione tra la Repubblica di Croazia e la Città di Pola e di ciò che sta in esso scritto, perché Campo Marzio deve essere un’area sportiva e ricreativa.
Non tutti interpretano questo contratto correttamente e come dovrebbe essere. E non tutto è così semplice come si può leggere negli ultimi giorni.
Desidero far presenti le basi del contratto concluso il 29 aprile scorso tra la Città di Pola e la Repubblica di Croazia.
Dal contratto risulta chiaro che alla Città di Pola è stata donata una proprietà di circa 4,88 ettari per soddisfare le esigenze dei residenti locali in ambito sportivo e ricreativo e che rappresenterà un centro sportivo di carattere locale in conformità con il permesso di ubicazione in vigore e il relativo progetto concettuale.
Una delle clausole prevede che la Città di Pola entro cinque anni, ovvero fino al 29 aprile 2026, attribuisca all’immobile la destinazione d’uso prevista dal concetto progettuale del permesso di ubicazione. In caso contrario avviene la scissione del Contratto e l’immobile torna ad essere di proprietà della RC.
Un’altra cosa particolarmente importante è che il contratto prevede il divieto di alienazione e il divieto di sottoporre a vincolo i beni donati, come evidenziato nei libri fondiari dell'immobile donato. Ciò significa che si vieta alla Città di Pola di disporre dell’immobile se ci si allontana dalla destinazione d’uso previsa dal contratto, ovvero la Città di Pola si impegna, senza possibilità di trasferimento ad altra persona fisica o giuridica, di realizzare i contenuti pianificati, terreni sportivi con strutture sportive complementari che devono essere d’interesse pubblico comune destinate a migliorare la qualità di vita dei cittadini dell’area cittadina.
Pertanto è importante ribadire che alla Città di Pola è vietato, senza il consenso dello Stato, alienare o gravare un determinato immobile, rilevando che l'istituto di concessione non è affatto applicabile a tale immobile in quanto non è considerato un bene pubblico o altro bene stabilito dalla Legge di interesse per la Repubblica di Croazia.
Inoltre, cosa molto importante e da non trascurare, senza il consenso dello Stato non è possibile modificare il progetto concettuale dell'attuale permesso di ubicazione che prevede: due campi da calcio, percorsi per la corsa e la ricreazione, aree verdi per la corsa e attività ricreative, bacino di ritenzione, percorsi pedonali, strade, parcheggi e altre strutture pubbliche!
La base giuridica per l'adozione della Decisione e la conclusione del contratto di donazione sono le norme vigenti che presuppongono una determinazione preliminare da parte del donatore, la Repubblica di Croazia, in merito se l’intervento sia concretamente di interesse pubblico generale per la Città di Pola. E questa condizione, ovvero l'esistenza di un interesse pubblico generale per la Città di Pola, è soddisfatta nel momento in cui la Città di Pola, con il permesso di ubicazione, si stabilisce quale investitore del progetto previsto nell'area.
Vale a dire, il titolare del primo permesso di ubicazione era il Club “NK Istra” e ciò non era accettabile per la Repubblica di Croazia in termini di esistenza di interesse pubblico generale. Successivamente il permesso di ubicazione è stato modificato in modo che i titolari siano la Città di Pola e il club “NK Istra” ma ciò non soddisfaceva il concetto di bene di interesse pubblico comune (area pubblica sportivo ricreativa destinata alla popolazione locale), e nell’ultima modifica del permesso di locazione la Città di Pola è stata stabilita quale investitore esclusivo.
Perché, ripetiamo, tale disposizione da parte della Repubblica di Croazia è esclusivamente possibile e prescritta a favore dell'unità dell’autogoverno locale e al fine di realizzare progetti di interesse pubblico generale, sociale o culturale e altri progetti simili che aumentino la qualità della vita dei cittadini in città. Questo è il significato della Legge sulla gestione del demanio e del Regolamento sulla cessione dei demani come base giuridica per la donazione di determinati immobili.
E ora, veniamo al fatto che la Città di Pola durante il mio mandato non ha ricevuto dai rappresentanti del “NK Istra 1961” un progetto specifico che mostrasse tutte le strutture previste (numero di campi, strutture complementari - spogliatoi, strutture amministrative, ecc.), ma solo una bozza su cui è visibile che sono previsti tre o quattro campi. Sulla base di ciò, era impossibile definire in modo definitivo quali contenuti potessero essere potenzialmente collocati sulla superficie di cui stiamo parlando, e mantenere il contenuto pubblico per tutti i cittadini, che è e sarà sempre una priorità.
Quello di cui finora non si è parlato pubblicamente è il fatto molto importante che il contratto di donazione prevede che non solo l'eventuale alienazione e vincolo del bene donato richieda il consenso dello Stato, ma soprattutto che in caso di intenzione di gravare la proprietà a favore di un terzo per un certo periodo di tempo era necessario anche ottenere il preventivo consenso del donatore. E il diritto di costruire, che comporta il pagamento di un canone annuo, può essere ottenuto, e questo viene dimenticato, solo dopo l'esecuzione di un bando pubblico.
Quindi, ripeto, per costruire ipoteticamente un campus di calcio in Campo Marzio come vuole l’”NK Istria 1961”, è necessario non solo fare e presentare un progetto serio, ma anche ottenere l’approvazione dello stato e indire il bando pubblico. Questa è l'essenza di tutta la storia. E la storia non è ancora terminata.
Questo argomento, ora che tutti gli attori politici sono stati coinvolti, va anche in Consiglio municipale, quindi discutiamone democraticamente e voglio sentire e rispettare tutte le opinioni. La ricchezza della politica sta nell'accettare l'altro e il diverso ed è bene discutere di tutto pubblicamente. Pubblicamente, non segretamente.
Sto facendo tutto nello spirito delle disposizioni di legge e di quanto previsto dal contratto, e per non lasciare patate bollenti alla Città e al Club alla scadenza del mio mandato. Comprendo l'interesse dei media su questo argomento, ma sono sorpreso dai commenti arbitrari di alcuni consiglieri e giornalisti che non hanno nemmeno letto il contratto.
Sono sicuro che tutti vorremmo uno stadio pieno, molti successi a cui rallegrarsi e guardare i nostri ragazzi giocare a calcio.
Da dieci anni si parla di un campus di calcio a Pola. Quello che posso dire con certezza è che questo campus di calcio sarà costruito prima di quanto si possa supporre.