Il film "Il servitore" prende spunto dall’opera “Il vassallo di Szigeth” del grande A. Smareglia
Matija Debeljuh sta girando al Teatro Nazionale dell'Istria il film "Il servitore" basato sull'opera di fine Ottocento di Antonio Smareglia. Il vassallo di Szigeth, opera quasi dimenticata del famoso compositore polese Antonio Smareglia (1889) riprenderà vita nel lungometraggio sperimentale "Sluga" dello stimato videoartista istriano Matija Debeljuh. Alla rilettura visiva dell'opera segue la versione musicale dell'opera originale eseguita da Livio Morosin.
In questi giorni il Teatro Nazionale istriano sta diventando uno spazio per l’arte contemporanea e lo sfondo per una storia cinematografica insolita. Sono in corso le riprese del cortometraggio sperimentale “Sluga” - “Il Servo”, prodotto dall'organizzazione artistica Apoteka, in cui il regista Matija Debeljuh, porta una rilettura visiva dell'opera” Il vassallo di Sigeth” di Antonio Smareglia del 1889, la prima opera croata ad essere stata rappresentata alla famosa Metropolitan Opera di New York.
La visualizzazione dell'opera è incorniciata da una rilettura musicale dell'opera omonima eseguita da Livio Morosin e da musiche del maestro Smareglia di fine Ottocento, mentre la principale ispirazione e guida drammaturgica dell'opera è il libretto di Sigetski vasale firmato da Francesco Pozze e Luigi Illica, quest'ultimo noto come librettista di Giacomo Puccini.
Concepito come un film atmosferico, privo della narrazione drammaturgica classica, in una libera reinterpretazione in modo sperimentale forma un nuovo libretto visivo, cioè una registrazione cinematografica indipendente e inventiva. Vengono esplorati temi universali come l'amore complesso e le relazioni interpersonali, la vita e la morte, la solitudine, la tristezza e la rabbia. I protagonisti sono semplificati, modernizzati, privi del grottesco barocco, e sono messi in scena da attori polesi e istriani: Jadranka Đokić, Vedran Živolić, Ugo Korani e Rosanna Bubola.
Il film è un'opera visiva in cui le relazioni dei personaggi saranno permeate principalmente attraverso il movimento e il corpo come attributo principale nel contrappunto dell'opera dove i sentimenti sono espressi attraverso la voce.
Le riprese del film si protrarranno periodicamente durante tutto l'anno e il Teatro popolare istriano è solo una delle scene di riprese. Matija Debeljuh è assistito da Marko Krnjajić e Ida Skoko nella regia, e Doris Blašković nella produzione. Il montaggio è di Ivana Fumić, la produzione musicale di Marino Morosin, la fotografia di Josip Pino Ružić, il suono di Hrvoje Radnić e Daniel Žuvela, le luci di Dario Družeta. La coreografa è Ivona Medić Nikolić, la costumista è Desa Janković e la truccatrice è Sanja Rivić. La scenografia è di Luka Stojnić, mentre le scenografie firema Matija Janjošić.