Aumento dei posti nel Centro di accoglienza per i senzatetto
Nel Palazzo municipale di Pola si è tenuta l'ultima sessione del Consiglio per la prevenzione della criminalità della Città di Pola per l’anno corrente. La responsabile del Centro per i senzatetto, Helena Babić, ha presentato la nuova organizzazione dell'alloggio per le persone senzatetto nella città. Ha dichiarato che Pola è la prima città in Croazia ad aver aperto il ricovero notturno per i senzatetto "Rachem" in via Trieste, gestito dall'Associazione Istituto. L'alloggio vero e proprio è stato spostato nei locali di via Altura 61, dove fino ad oggi era la sede operativa del Centro; ora via Trieste 26 continueranno ad essere forniti i servizi diurni. L'alloggio può ospitare fino a 35 persone (entrambi i sessi). Attualmente circa 30 persone alloggiano nel Centro, dove potranno pernottare senza precedenti procedure, ricevere un pasto caldo e restarvi fino alle 7 del mattino.
Babić ha inoltre precisato che gli utenti del Centro di accoglienza per senzatetto si trasferiscono a vivere in appartamenti, secondo il modello "housing first", che è anche il primo nella regione. Ha precisato che da qualche tempo in città opera un'équipe mobile che visita diversi luoghi della città, il che rappresenta anche una novità significativa. È sorprendente quante persone in città vivano o dormano in condizioni inadeguate, e queste persone fino ad ora erano "invisibili".
Il capo del Questura di Pola, Vjekoslav Vukšić, ha parlato dell'abuso di stupefacenti nella zona di Pola, ha indicato le tendenze e ha presentato i dati statistici sui sequestri di droga secondo diversi parametri.
Durante la riunione si è giunti alla conclusione che è importante creare insieme (polizia di Pola, Centro di accoglienza notturna, Dipartimento del lavoro sociale, ospedale di Pola) un protocollo su come gestire l'arrivo di persone negli alloggi, soprattutto stranieri e gli stranieri con residenza temporanea, con i quali sorgono successivamente problemi al rientro nel paese d'origine e con soggetti che rifiutano l’aiuto.